Maestro Yang Cheng Fu con un allievo: Alcune applicazioni marziali del T'ai Chi Ch'üan in foto degli inizi del 1900
Tai Chi Chuan

Cos’è il T’ai Chi Ch’üan

T’ai Chi Ch’üan letteralmente significa “pugilato della suprema polarità”.

La suprema polarità è costituita dai due poli che, secondo il pensiero cinese, regolano l’intero universo e cioè:

  • Yin (il principio negativo, femminile, rappresentato dal colore nero).
  • Yang (il principio positivo, maschile, rappresentato dal colore bianco).

Il T’ai Chi Ch’üan si suddivide in vari stili, ma il più diffuso è lo stile Yang Pai (letteralmente”scuola Yang”), lo stile della Scuola del Maestro Yang Cheng Fu.

Il T’ai Chi Ch’üan può essere praticato come una ginnastica dolce meditativa, particolarmente indicata per la salute psicofisica. In questa forma si è infatti diffusa fra la popolazione cinese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Maestro Yang Cheng Fu con un allievo: Alcune applicazioni marziali del T'ai Chi Ch'üan in foto degli inizi del 1900

Nella pratica del T’ai Chi Ch’üan è importante distinguere la “forza esterna” (Wai Li) dalla “forza interna” (Nei Ching). Wai Li è una forza rigida e di natura muscolare, esclusivamente fisica; Nei Ching invece è una forza morbida, elastica, di natura psicofisica. Nei Ching deriva dal Ch’i (energia interna) e si potrebbe dire che ne è la manifestazione esteriore.

Con l’espressione Fa Chin si indica l’emissione dell’energia interna. Questa emissione avviene normalmente in fase di espirazione, quindi al culmine della tecnica (per esempio, del pugno o

Maestro Chang Dsu Yao  Peng - Difesa alta

del calcio). Per esempio, se per portare un pugno contraiamo i muscoli per distendere il braccio, utilizziamo Wai Li, la forza esterna. Per far uso di Nei Ching, la forza interna, è necessario rilassare i muscoli e assumere una corretta posizione degli atri inferiori, radicandoli saldamente sul terreno, in modo da assorbirne l’energia; sarà poi il movimento fluido delle anche che farà fluire il Ch’i, guidato dal pensiero, fino alla mano che colpisce. Durante l’esecuzione di un esercizio di T’ai Chi Ch’üan il fluire dell’energia interna non va mai interrotto. Per questo i movimenti devono essere fluidi e il più possibile continuativi.

 

E’ importante osservare che per lo sviluppo di Nei Ching il C’hi, da solo, non è sufficiente: occorre anche Shen, l’energia mentale, sotto forma di una costante e intensa concentrazione. Con la pratica del T’ai Chi Ch’üan si impara a percepire la forza dell’avversario (T’ing Chin) e successivamente a comprenderne la forza (Yung Chin). In questo modo si acquista l’abilità di comprendere la direzione e l’intensità della forza dell’avversario e quindi di distinguere, per esempio, un attacco da una finta.

I principi “classici” o fondamentali per la pratica del T’ai Chi Ch’üan sono i seguenti:

  1. Bisogna praticare in uno stato di “vacuità mentale” (assenza di pensieri estranei) e di estrema concentrazione;
  2. E’ necessaria una respirazinone addominale lenta e profonda;
  3. La colonna vertebrale deve essere diritta;
  4. La vita (la regione lombare) deve ruotare con facilità;
  5. Bisogna differenziare nettamente Yin e Yang, “vuoto” e “pieno” (“pieno” è per esempio, in una data posizione, il piede che sopporta la maggior parte del peso, “vuoto” è l’altro piede);
  6. Bisogna avere il corpo ben rilassato;
  7. Il pensiero deve seguire il flusso del Ch’i;
  8. Tutte le parti del corpo (vita, mani, piedi, occhi) devono essere ben coordinate;
  9. Interno (mente, Ch’i) e esterno (tecnica) devono essere ben coordinati;
  10. I movimenti devono essere legati senza interruzioni o scatti (l’energia deve fluire ininterrotta);
  11. I movimenti devono essere circolari;
  12. I movimenti devono essere eseguiti molto lentamente (anche se la loro applicazione marziale sarà veloce);

T'ai: supremo - Chi: polo - Ch'üan: pugno